Guardando una bella azienda agricola, in apparenza normale, potremmo scoprire che quella distesa di campi, silos, stalle e attrezzature è anche… una centrale di energia elettrica alimentata dal sole.
Si tratta del cosiddetto agrivoltaico: consiste nell’integrazione del fotovoltaico con l’agricoltura. Come? Con installazioni che permettono di proseguire nell’attività di coltivazione e di allevamento.
Guardando una bella azienda agricola, in apparenza normale, potremmo scoprire che quella distesa di campi, silos, stalle e attrezzature è anche… una centrale di energia elettrica alimentata dal sole.
Si tratta del cosiddetto agrivoltaico: consiste nell’integrazione del fotovoltaico con l’agricoltura. Come? Con installazioni che permettono di proseguire nell’attività di coltivazione e di allevamento.
Il ruolo degli agricoltori
Capita grazie al ruolo degli agricoltori, che integrano il reddito aziendale ed evitano il rischio di dover cessare l’attività. Insomma, la produzione di energia non sostituisce il lavoro nei campi, semmai lo integra.
Il coordinamento
L’Enea – l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – ha cominciato a coordinare una rete italiana proprio per promuovere l’agrivoltaico sostenibile. L’iniziativa è sostenuta, tra gli altri, da Associazione Italiana Architettura del Paesaggio, Confagricoltura, Legambiente e Università Cattolica di Piacenza.
Le linee guida
Il traguardo? Definire metodi e norme. Occorre basarsi su precise linee guida per avviare progettazione e valutazione degli impianti, strumenti di supporto per chi decide a livello politico-amministrativo, diffusione di conoscenze, promozione di nuove tecnologie per l’energia rinnovabile, l’agricoltura e il paesaggio.
Laboratori e infrastrutture
Enea così ha costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare diviso in un paio di dipartimenti: Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili e Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali. Con la possibilità di utilizzare laboratori, infrastrutture e professionalità già in campo sul fronte delle tecnologie ecologiche e dell’agroindustria.
La rivoluzione verde
L’iniziativa fa parte della missione Rivoluzione verde e transizione ecologica prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: nello sviluppo dell’agrivoltaico prevede investimenti per 1,1 miliardi di euro e una capacità produttiva di 2,43 GW, con benefici per quello che riguarda la riduzione delle emissioni di gas serra (1,5 milioni di tonnellate di CO2) e dei costi di approvvigionamento energetico.
Progetti e prestazioni
Inoltre lo sviluppo dell’agrivoltaico potrebbe far superare alcuni problemi che per ora frenano la crescita del fotovoltaico. Oggi infatti le caratteristiche urbanistiche italiane, la scarsa possibilità di integrare il fotovoltaico negli edifici, le incertezze per quel che riguarda il cambiamento della destinazione d’uso del terreno e la trasformazione paesaggistica, frenano le autorizzazioni.
Secondo Ezio Terzini, responsabile della divisione ENEA di Fotovoltaico e Smart Devices, i sistemi agrivoltaici possono rappresentare una valida risposta.