Capita a tutti di fare a botte con la bolletta della luce o del gas. La spesa per l’energia ha sempre un peso consistente per le famiglie. E non sempre le compagnie rispettano i diritti degli utenti. Tra bollette che arrivano in ritardo, con importi che nel frattempo lievitano a dismisura, e contratti che all’inizio sembrano convenienti ma poi sono spesso più cari del previsto è sempre bene farsi aiutare da un esperto del settore per non farsi fregare. Ecco perché abbiamo dedicato questo articolo, in collaborazione con Altroconsumo, per fornirvi alcuni consigli vitali per non farsi fregare con le bollette della luce e del gas.
La telefonata misteriosa
«Scusi, sono della sua compagnia della luce e del gas. La chiamiamo per offrirle un’interessante promozione. Un nostro esperto la raggiungerà a casa. Prima, però, ci può leggere la sua ultima bolletta?».
Chi non ha mai ricevuto una telefonata del genere? Al che io rispondo provocatoriamente: «Scusate, se siete i miei fornitori, perché mai dovete chiedere a me di leggervi la bolletta che voi stessi mi mandate?».
Chiaramente, si tratta di un tentativo di appiopparvi il contratto con un’altra società. Chi vi chiama sono di solito broker, dei piazzatori di contratti. E se li farete entrare in casa vostra vi diranno di tutto pur di farvi credere che state spendendo un capitale e che, con la loro offerta, dimezzerete la bolletta.
Ma questo non succede quasi mai. E questo per una semplice ragione. Le bollette della luce e del gas si compongono di una quota fissa e di una variabile. La quota fissa è uguale per tutte le compagnie. Ciò che cambia è quella variabile. Parliamo di centesimi, perché ognuno deve fare il suo lucro. E chiaramente nessuno potrà arrivare a farvi pagare la metà rispetto a quanto state già pagando. Specie se siete ancora nel mercato tutelato.
Peraltro, non è capitato di rado che questi inviati abbiano poi attivato dei contratti non richiesti, pur senza la firma del cliente. Con conseguente disagio di dover poi definire la pratica con il proprio avvocato. A volte, è stata necessaria la querela alla polizia.
La bolletta che non arriva mai
Un altro spiacevole episodio a cui ho assistito è quello della bolletta che non arriva mai. Disguidi postali o una dimenticanza della società? Chiaramente, una cosa è pagare una bolletta ogni mese, un’altra una ogni due anni. Cosa si può fare in questi casi? Talvolta, è possibile chiedere una rateizzazione dell’importo, visto che vi siete trovati a dover pagare, tutto ad una volta, un importo superiore alle vostre possibilità.
E se poi la bolletta dovesse arrivare dopo due anni dal mese di competenza, allora potete evitare di pagare. In questo caso, infatti, si è verificata la prescrizione. Prescrizione che appunto per le bollette della luce, dell’acqua e del gas è di due anni, compresi i conguagli.
I consumi stimati illegittimi
Di norma, è l’utente che, comunicando i consumi alla società fornitrice, determina l’ammontare delle singole bollette. Oggi, i moderni contatori consentono al fornitore di calcolare i consumi anche da remoto. Ma se l’autovettura non viene eseguita, il calcolo dell’importo dovuto viene fatto secondo i consumi stimati. “Stimati” sulla base delle precedenti bollette e delle dimensioni dell’appartamento. Ogni venditore deve comunicare ai propri clienti come calcola i consumi presunti. I clienti devono cioè essere messi in grado di capire con quali criteri vengono stimati i loro consumi.
Il sistema dei consumi presunti determina spesso un eccesso di fatturazione. E qui l’errore in cui cadono le compagnie: almeno una volta all’anno, devono fare la lettura del contatore e operare così il conguaglio (a credito o a debito). In assenza di ciò, infatti, l’eventuale bolletta esorbitante sarà illegittima e potrà essere impugnata innanzi al giudice. Il chiarimento è stato fornito anche dall’Autorità Garante per l’Energia e il Gas che oggi si chiama Arera.
Bollette pazze
Di norma, le condizioni generali del contratto concluse con la società della luce o del gas attribuiscono alla bolletta e alle stime del contatore una «presunzione di veridicità» e attendibilità. In altre parole, la bolletta si considera corretta salvo prova contraria che deve fornire l’utente. Questa prova non deve indicare le specifiche ragioni che hanno fatto “impazzire” la fattura, ma può essere fornita con «indizi». Ad esempio, per quanto non costituisca una vera e propria «prova» in termini processuali, è inverosimile che una casa della villeggiatura, che non viene abitata durante la stagione invernale, presenti una bolletta della luce salata per il mese di dicembre.
Come contestare la bolletta
Se la verifica del vostro contatore indica che i consumi effettivi sono più bassi di quelli che avete trovato in fattura, potreste avere diritto a una rettifica della bolletta. In tal caso, dovrete inviare un reclamo scritto (per raccomandata a.r. o posta elettronica certificata) alla società fornitrice.
Quest’ultima, entro 40 giorni, può fare le opportune verifiche e comunicarne l’esito al consumatore. Se c’è stato un errore di fatturazione, dovrà riaccreditare entro 90 giorni dal ricevimento del reclamo la somma non dovuta (in bolletta, oppure con assegno o bonifico se la somma ne supera l’importo).
articolo tratto da: https://www.laleggepertutti.it/